martedì, ottobre 24, 2006

Disservizi statali, fisco e parassiti.

Diceva Flaiano: la situazione è grave ma non seria. Un po’ come la storia che mi accingo a raccontare. Una storia di ordinario disservizio, di ordinario spreco, una storia tutta italiana, paese dove lo Stato è stato dal secondo dopoguerra la più grande cava di soldi, dalla quale hanno attinto tutti: i politici di tangentopoli e non, i dipendenti pubblici fancazzisti , i falsi invalidi, miserrimi conduttori delle reti Rai, evasori fiscali. Chi più ne ha, più ne metta. Allora proprio in questo periodo che si parla di finanziaria, tasse e pressione fiscale vorrei raccontare un aneddoto personale, che vuole essere paradigma di come girano le cose qui da noi, e di come magari dopo tanti disservizi qualcuno possa sentirsi autorizzato a non pagare le tasse. Non voglio in nessun modo fare l’apologia dell’evasore, voglio però spiegare come l’inefficienza dei servizi pubblici possa far sentire qualcuno in ragione ad evadere il fisco.
Iniziamo: per una serie di ragioni mi trovo ad aver bisogno del servizio postale. Più precisamente ho bisogno del servizio di “pacco ordinario” del costo di 7 euro. Verifico tale servizio sul sito delle Poste Italiane e di qui avviso le numerose persone alle quali, dovendo inviare oggetti per contrassegno, ho fatto sapere le spese di spedizione, cioè i suddetti 7 euro. Felice di un così economico servizio mi reco alle poste per chiederne uso e lì mi comunicano con sufficienza che il servizio non esiste. Per dio io lo ho visto su internet ribatto. L’operatore mi risponde che da poco non c’è più e che il pacco ora c’è solo da 8 euro. Disavventura numero 1. Passiamo alla numero2: stavolta ho bisogno delle poste di cinecittà due. Mi reco sul sito di cinecittà due e di lì le poste mi avvisano che il loro servizio è attivo fino alle 7;30 di sera, orario per me ideale. Mi reco allora alle 7 in punto al centro commerciale che ospita il servizio delle poste e… trovo chiuso. Incredulo mi affaccio alle vetrine e leggo un cartello interno che avvisa che il servizio cessa ogni giorno alle 7. Insomma se vi serve qualche cosa delle poste non cercatene informazioni su internet, vi conviene fermare qualche vecchietta per strada, ne saprà di più. Passiamo alla disavventura numero 3: dopo una notte insonne mi reco alle poste per inviare i miei soliti oggetti. Vado allo sportello e spiego alla operatrice le mie esigenze, non capisce, gliele rispiego, capisce il collega, il collega gliele spiega e la gentile operatrice mormora al collega: “e che ne so, questo non si spiega”. Purtroppo sento e mi rode il culo. Andiamo avanti e mi scordo di dire alla scortese parassita che il pacco è per contrassegno. Mi guarda con la faccia sfigata dell’impiegata e della donna che l’orgasmo ormai non sa più cosa sia e dice al collega: “ mmm, che palle questo” anche stavolta sento. Mi viene da dare un cazzotto al vetro, di incazzarmi come una furia. Ma sono le 8,45 e ancora devo andare a dormire dal giorno prima, poi penso che magari dovrò tornare, penso che ho già annoverato qualche litigio storico in questo mese, penso che… chi cazzo se ne frega! In fin dei conti, gli roderà il culo perché le piacerebbe brandire il mio cazzo e penetrarcisi quindi… peggio per lei! Mesto e deluso concludo il servizio e mentre me ne vado un signore ha la sventura di credere che un’altra operatrice si rivolga a lui, ma no, non è così sta chiedendo informazioni ad un collega e allora l’operatrice urla: “signore, ma che vole, stia buono eh!” aveva solo creduto che stesse parlando con lui.
Insomma chiudo con un domanda. Quando con le mie tasse pagherò anche i disservizi delle poste, mi potrà anche un po’ rodere il culo? Questo non dà un pretesto morale agli evasori? Perché un dipendente privato che tratta così un cliente viene preso a calci nel culo mentre un dipendente di un nodo fondamentale per il Paese come le poste può fare il cazzo del comodo suo? Tutti i dipendenti privati dovrebbero scendere in piazza a reclamare contro queste disparità di trattamento. Povera Italia, paese dello statalismo parassitario.