lunedì, settembre 05, 2005

L'eskimo mio e non

Qualche mese fa, esattamente ad aprile, uscì un giornale dal titolo "L'eskimo", da me ideato, corretto, progettato, in buona parte redatto. Dopo la prima uscita (quella con copertina relativa al 25 aprile) per una serie di circonstanze dipendenti e non dalla mia volontà ho abbandonato il progetto "eskimo". Munimmo il giornale anche di un sito internet. Non so se l'eskimo continui ad uscire ma vedo che il suo sito è ancora in vita sul web. Allora, giacché la maggior parte delle persone che visiteranno questo blog associano il nome del giornale col mio, giacché l'eskimo è noto a varie persone come un progetto mio e di mia gestione, mi sembra d'uopo affermare la mia TOTALE estraneità da tutto ciò che appare sul sito del giornale o su un'eventuale copia cartacea con titolo "L'eskimo". I compagni del mio collettivo hanno ben pensato di fare utilizzo personale e indipendente da me del giornale da me proposto e che fino a prova contraria rispondeva a me in oneri, onori, responsabilità. Quindi se sul sito appariranno cose di dubbio valore ideologico o cattivo gusto, come a me personalmente appare, non sono farina del mio sacco tutto al più del "pacco" che mi hanno fatto gli attuali redattori non informandomi della prosecuzione dell'attività. Inoltre, insieme a me, ben 4/6=2/3 di quella che fu la redazione della prima copia abbandonarono il progetto. Anche per loro vale lo stesso, non rispondono all'attivata "eskimo".
Ciao a tutti!!!

2 commenti:

Wing Chun Kuen ha detto...

Allego qui l'abc del comunismo apparso sul primo numero de "l'eskimo"................

Manuale minimo del comunista.

Dopo oltre centocinquanta anni di produzione, la letteratura sul comunismo è un insieme immenso, sterminato. Rendere una summa, per quanto minima, parziale, la si voglia fare è comunque un’operazione difficile e delicata. Alcuni personaggi o alcune tendenze dell’ideologia comunista che hanno fatto la storia del movimento operaio, ebbero una produzione di testi vastissima nella quale è davvero difficile barcamenarsi. Personaggi apparentemente minori, invece, sconosciuti magari all’uomo comune, apolitico, apportarono migliorie o schemi teorici fortemente apprezzati dagli “addetti ai lavori”. Questo per ciò che riguarda il periodo che parte da Marx fino ai giorni nostri. Poi c’è tutta una schiera di personaggi antecedenti al socialismo marxiano della quale è davvero difficile rendere conto, da una parte perché non sempre risulta immediato, evidente, il nesso con le forme conosciute dell’idea comunista, dall’altra perché si rischia “l’eresia”, si rischia di entrare, per attingere quel poco che si può, in altre ideologie, in altri settori che storicamente sono nettamente separati dal comunismo. Anarchici, socialisti utopisti, socialisti piccolo-borghesi, comunisti cristiani, personaggi isolati, filosofi, religiosi, e molte, molte altre categorie antecedenti al marxismo hanno espresso pensieri affini ad esso. Può suonare strano ma è così. Il germe del comunismo, per quello che la storia ci insegna, è, di fatto, sempre stato presente nell’uomo. Tornando al dopo Marx invece, se appena usciamo dal campo prettamente politico, dal campo delle idee di partito, troviamo scrittori, filosofi, economisti, sociologi, linguisti, psicologi, poeti, cantanti, giuristi, scienziati ecc. tutti che abbiano aggiunto qualcosa, una particolare visione, una critica, una via personale verso il cambiamento, un modo proprio dell’attivismo politico. Insomma selezionare qualcosa su questi argomenti è davvero arduo. Ci siamo avvalsi di libri (tanti), del web e di quanto d’altro trovassimo. Ne è venuto fuori un piccolo breviario, un umile manuale, fatto prima ancora che per insegnare, per suggerire chi, che cosa e dove andare a cercare per questi temi. Speriamo che sarà utile a tutti: a chi si voglia avvicinare al partito e a chi, magari esperto, abbisogni di una rispolverata di nomi, date, concetti. Quelli qui esposti sono i cardini universali del comunismo partitico. Nomi e teorie alle quali tutti i partiti comunisti, socialisti, socialdemocratici, genericamente progressisti o di sinistra, si sono ispirati per il loro programma politico.

Alienazione: Marx intende per alienazione la condizione storica dell’operaio nella società
capitalistica, il quale separato sia rispetto al prodotto della sua attività, che appartiene al capitalista, sia rispetto la sua attività stessa, che assume la forma di un lavoro costrittivo nel quale egli è reso strumento di fini a lui estranei. In secondo luogo, secondo Marx, l’operaio si trova in uno stato di dipendenza rispetto alla potenza rappresentata dal capitale che egli stesso produce con il proprio lavoro: “l’oggetto che il lavoro produce, il prodotto del lavoro, si contrappone ad esso come un essere estraneo, come una potenza indipendente da colui che lo produce…” (Manoscritti economico-filosofici; Karl Marx.)
Borghesia: La classe borghese è la detentrice dei mezzi di produzione materiali oppure chi possiede qualità che immesse nel mercato vengono notevolmente retribuite. La borghesia si divide in grande, media e piccola. Della grande borghesia fanno parte, ad esempio, imprenditori o finanzieri collegati in diversi modi alle multinazionali, ha la responsabilità su ingenti capitali e può controllare altre società più piccole. La media borghesia è generalmente composta da imprenditori o dirigenti di aziende a capo di una più società di medie o grandi dimensioni, a volte indipendenti da multinazionali o comunque concentrate su un solo settore produttivo, gli scambi della media borghesia sono di norma limitati al territorio nazionale. Generalmente la definizione di libero professionista designa una figura professionale di livello medio borghese. La piccola borghesia, che viene anche detta ceto medio, è rappresentata da piccoli produttori agricoli e non, consociati in cooperative o autosufficienti, commercianti al dettaglio o i possessori di piccole imprese artigianali a carattere familiare. Molte figure attuali rientrano in questa classe (professori, programmatori di computer, ecc.).
Capitalismo: Marx interpreta la formazione sociale capitalistica dall’angolo visuale di un’analisi scientifica nel modo di produzione capitalistico. All’interno di questa ottica, egli distingue il capitalismo dagli altri tipi di società soprattutto in relazione a due caratteristiche specifiche: la produzione di merci e il plusvalore (VEDI). Il capitalismo scrive Marx nel ‘Capitale’ “ produce i suoi prodotti come merci. Il produrre merci non lo distingue dagli altri modi di produzione, lo distingue il fatto che il carattere prevalente e determinante del suo prodotto è quello di essere merce…”, ”il secondo tratto caratteristico, che contraddistingue specificamente il modo di produzione capitalistico è la produzione di plusvalore come scopo diretto e motivo determinante della produzione. Il capitale produce capitale e fa ciò solamente nella misura in cui produce plusvalore”.
Comunismo: E’ la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato, secondo la definizione di Federico Engels. È il movimento che cambia lo stato di cose presenti mirante alla liberazione del proletariato dalle condizioni di asservimento del lavoro salariato e, con ciò all’emancipazione di tutta la società nella prospettiva della creazione di un ordine sociale superiore non più caratterizzato dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Esternamente al marxismo troviamo nella storia innumerevoli pensieri comunistici: Platone, nella Repubblica, affermava che i governanti di uno stato perfetto avrebbero dovuto vivere in condizioni di comunismo, cosicché la comunanza dei beni sia presupposto per dedicarsi interamente alla giustizia. Anche il cristianesimo non fu immune da idee comuniste, Thomas More, in Utopia (1516), e Tommaso Campanella, ne La città del sole (1623) idearono società caratterizzate dalla collettivizzazione delle proprietà. Identici contenuti troviamo negli scritti dei pensatori socialisti dei secoli XVII e XIX. Il termine comunismo, dal XIX secolo in poi, ha identificato i partiti marxisti con intenti rivoluzionari o comunque di radicale trasformazione della società. Nella teoria di Marx, il comunismo, è lo stadio finale dell’evoluzione della società successiva alla rivoluzione proletaria, stadio in cui i conflitti intestini alla società non sussistono più e in cui si genererà una nuova umanità.
Engels: Friedrich Engels (1820-1895) fu per quaranta anni amico e collaboratore di Marx. Insieme a lui scrisse La sacra famiglia, L’ideologia tedesca e Il manifesto del partito comunista. Con Marx partecipò all’organizzazione del movimento operaio e, dopo la morte di quest’ultimo (1883), Engels, divenuto la figura di spicco del movimento proletario, si occupò in particolare del collegamento dei vari centri di azione politica socialdemocratica, in seguito alla creazione, nel 1889 della Seconda Internazionale e conseguentemente allo studio dei problemi teorici del socialismo scientifico (marxismo).
Globalizzazione: Fenomeno economico che consiste nella creazione di un mercato globale (cioè mondiale) produttivo, commerciale e finanziario. Le conseguenze della globalizzazione portano all’annientamento dei patrimoni culturali delle nazioni invischiate in essa; inoltre essa pone il problema della sostenibilità della produzione a livello ambientale giacché l’ampliamento dei mercati aumenta lo sfruttamento delle risorse del nostro pianeta già, di fatto, in grave pericolo ecologico.
Gramsci: Antonio Gramsci (1891-1937), fondatore del Partito Comunista Italiano, è la figura più eminente del marxismo italiano. Incarcerato dal regime fascista dal 1926 sino quasi ala morte, scrisse in prigionia una gran mole di appunti, per riunirli nei Quaderni dal carcere, in cui elabora una versione particolarmente originale del marxismo. Gramsci indica come condizione necessaria per la conquista del potere da parte del proletariato la preliminare affermazione dell’egemonia culturale e politica della classe operaia sull’intera società. Secondo Gramsci lo stato borghese non è solo un apparato coercitivo volto alla difesa della proprietà privata, ma è un organo complesso che attraverso istituzioni pubbliche e private (la scuola, i partiti, la stampa, ecc.) assicura alla classe dominante il dominio politico e culturale sulla società civile e quindi sulle masse.
Guevara: Ernesto "Che" Guevara (Rosario 1928 - La Higuera 1967), rivoluzionario e leader politico cubano di origine argentina. Il suo rifiuto sia dell'ideologia capitalista sia di quella comunista più ortodossa lo fecero diventare un eroe della nuova sinistra radicale negli anni Sessanta; il suo carisma e l'originalità del suo pensiero politico furono all'origine dei movimenti rivoluzionari in America latina e nei paesi del Terzo Mondo e dei movimenti di contestazione europei e latinoamericani. Nato da una famiglia della buona borghesia di Rosario, in Argentina, si laureò in medicina all'Università di Buenos Aires nel 1953; Egli rivestì un ruolo importante nella Rivoluzione cubana (1953-1959) che rovesciò il regime di Fulgencio Batista, partecipando allo sbarco clandestino nell'isola nel novembre del 1956 e alla guerriglia contro l'esercito del dittatore cubano. Divenuto Castro primo ministro nel febbraio del 1959, Guevara venne nominato da questi presidente della Banca nazionale cubana e ministro dell'Industria (1961-1965). Dopo un anno vissuto in clandestinità, il "comandante Che Guevara" (come è passato alla storia) nel 1967 volle ritentare l'esperienza tra le montagne della Bolivia unendosi alla rivolta dei contadini e dei minatori contro il regime militare di René Barrientos. Rimasto isolato, privo dell'appoggio della stessa popolazione per la quale lottava, fu catturato dall'esercito boliviano e venne ucciso il 9 ottobre 1967; seppellito con altri suoi compagni a Valle Grande (il luogo sarebbe stato rivelato solo dopo molti anni da un militare dell'esercito boliviano presente alla cattura del Che), nel 1997 le sue spoglie furono localizzate e disseppellite e quindi traslate a Cuba dove, con grandiosi funerali di stato, furono tumulate a Santa Clara. Guevara ha lasciato vari scritti di argomento politico (tra cui La guerra di guerriglia e Il socialismo e l'uomo a Cuba) e un Diario sull'esperienza boliviana.
Lenin: Vladimir Ilic Ulianov (1870-1924) detto Lenin, leader principale della rivoluzione russa del 1917 e fondatore dello stato Sovietico, fu anche il principale teorico marxista nei primi anni del novecento. Sul piano politico, Lenin elabora una teoria dell’imperialismo come ultima fase del capitalismo, in base alla quale prevede un progressivo aggravarsi dei conflitti di classe negli stati capitalistici avanzati, cui questi risponderebbero con un accentuazione dell’aggressività esterna e della tendenza ad espandersi. Ne consegue uno stato di perenne tensione sociale che sfocerà nella rivoluzione proletaria nei paesi ove il capitalismo è più debole e dai quali la rivoluzione si diffonderà nel resto del mondo. A guidare la rivoluzione dovrà essere il partito, avanguardia cosciente del proletariato; questa, è in sintesi, parziale esposizione del pensiero leniniano
Liberismo: Dottrina economica e politica favorevoli alle istituzioni in grado di garantire la libertà commerciale. Il liberismo non è soltanto una professione di fede nei confronti della produzione e degli scambi, ma è anche una riflessione sui diritti generali degli individui nella società.Da un punto di vista economico il liberismo predica il libero gioco dei meccanismi di mercato e il non intervento dello stato nell’attività economica. Liberisti sono i partiti dell’attuale destra italiana e tutti coloro che auspicano la privatizzazione di settori attualmente controllati dello stato. Il liberismo è di fatto un inno all’individualismo, paradigma di ciò è il regime economico che contrappone gli individui e i loro personali interessi a danno della società tutta. Le conseguenze del liberismo, che è materialmente sinonimo di capitalismo, sono storicamente evidenti. Il colonialismo, i fascismi, le guerre mondiali, il razzismo, la tecnologia al servizio di scopi bellici sono un coacervo, peraltro mutilo, delle conseguenze d’esso. Oggi i difensori di questo sistema dicono che è il migliore dei mondi possibili, lasciando trasparire da questa affermazione, la viscida ipocrisia di chi, in quanto classe dominante, vuole perpetuare i propri privilegi.
Luxemburg: Trai maggiori esponenti del movimento comunista europeo, Rosa Luxemburg, si distinse per la radicalità delle sue idee, che la portarono a apporsi primi al revisionismo di Eduard Bernestein e poi a Lenin, di cui rifiutava la concezione del partito comunista come elite di professionisti. Avversa alla guerra e al coinvolgimento del movimento operaio internazionale nel primo conflitto mondiale, fu critica nei confronti del partito socialdemocratico tedesco, nel quale, come in altri movimenti socialisti europei, aveva prevalso lo spirito nazionalista. Ma fu critica anche nei confronti della rivoluzione bolscevica e della dittatura del proletariato; per lei la rivoluzione comunista avrebbe dovuto estendere e non eliminare la democrazia. A lungo incarcerata per le sue idee pacifiste fu rilasciata dalle autorità tedesche solo nel novembre del 1918 e il mese successivo fondo con Karl Liebknecht il partito comunista. Fu nuovamente arrestata, e uccisa insieme a Liebknecht, nel gennaio 1919, nella repressione seguita all’insurrezione di Berlino. Per la coerenza e la trasparenza che caratterizzarono la sua lotta contro il militarismo e contro le prime avvisaglie totalitarie della rivoluzione sovietica, dell’intera vicenda del movimento comunista quella di Rosa Luxemburg è una delle figure più amate. In germania gode di straordinaria popolarità tra i giovani , che commemorano a decine di migliaia il giorno della sua morte.
Marx: Karl Marx nacque a Treviri nella Prussia renana, il 5 Maggio del 1818, morì il 14 Marzo del 1883 a Londra. Il marxismo è il sistema delle concezioni della dottrina di Marx. Marx è stato il continuatore e in generale il perfezionatore delle tre più importanti correnti di idee del secolo diciannovesimo, proprie dei tre paesi più progrediti occidentali: la filosofia classica tedesca, l’economia politica classica inglese e il socialismo francese, in rapporto con le dottrine rivoluzionarie francesi in generale. Anche gli avversari riconoscono la meravigliosa coerenza e completezza delle concezioni di Marx che costituiscono nel loro insieme il materialismo moderno e il moderno socialismo scientifico, teoria e programma del movimento operaio di tutti i paesi del mondo civile. Concezioni fondamentali della teoria di Marx sono il materialismo storico, il materialismo dialettico, il plusvalore (VEDI), l’alienazione (VEDI), il feticismo delle merci, la caduta tendenziale del saggio di profitto, le teorie sulle crisi di accumulazione del capitale e altre, impossibili da spiegare tutte in un breviario come questo, sebbene riteniamo utile fornirne quantomeno citazione al fine di facilitare la ricerca personale.
Plusvalore: (Brano tratto da un saggio di Lenin sulle concezioni del marxismo)…”a un certo grado di sviluppo della produzione mercantile, il denaro si trasforma in capitale.La formula della circolazione delle merci era M (merce) - D (denaro) – M (merce), ossia : vendita di un merce per l’acquisto di un’altra. Al contrario, la formula generale del capitale è D-M-D ossia: compra per la vendita(con profitto). Marx chiama plusvalore questo accrescimento del primitivo valore del denaro messo in circolazione. […] per ottenere il plusvalore il possessore del denaro deve trovare sul mercato una mercato una merce il cui stesso valore d’uso abbia la proprietà peculiare di essere fonte di valore; una merce il cui processo d’uso sia , al tempo stesso, un processo di creazione di valore.Tale merce esiste. Essa è la forza lavoro dell’uomo. Il suo uso è il lavoro, e il lavoro crea valore. Il possessore del denaro compra la forza-lavoro al suo valore, valore che è determinato , come quello di qualsiasi altra merce, dal tempo di lavoro socialmente necessario per la sua produzione (vale a dire, dal costo del mantenimento dell’operaio e della sua famiglia).
Avendo comprato la forza-lavoro, il possessore di denaro ha il diritto di consumarla, ossia di obbligarla a lavorare tutto il giorno, per esempio dodici ore. Ma in sei ore (tempo di lavoro necessario) l’operaio crea un prodotto che basta a coprire le spese del proprio mantenimento; mentre nelle sei ore rimanenti (tempo di lavoro supplementare) crea un prodotto supplementare non pagato dal capitalista ossia il plusvalore.
Proletariato: E’ la classe costituita da coloro che, privi della proprietà dei mezzi di produzione e liberi di vendere la propria forza-lavoro sul mercato, costituiscono i lavoratori produttori della moderna società capitalistica. A tale classe Karl Marx affida il compito rivoluzionario di abbattere il dominio della borghesia per sostituire l’ordine esistente, del capitalismo, con un più avanzato ordine sociale. Ai giorni nostri il proletariato è spesso inconsapevole della propria condizione di classe subalterna. Il bene illusorio che offre il consumismo rende flebile il richiamo della giustizia sociale, facendo dimenticare alla contemporanea classe proletaria le elementari istanze egalitarie, sindacali, politiche, culturali, civili. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una progressiva fascistizzazione delle periferie, autentico ghetto sociale, ove risiede il proletariato, a causa dell’ignoranza che il sistema propina per la classe sottomessa. I neofascisti con le loro politiche pseudosocialiste e altri loschi stratagemmi come il nazionalismo, il razzismo, l’antisemitismo, la cultura della virilità, hanno parzialmente avuto adito nella vita politica giovanile del proletariato, dando a ragazzi sprovveduti, facili entusiasmi e capri espiatori per le ingiustizie della società. Compito della totalità dei comunisti è lottare affinché il proletariato, soprattutto quello giovanile in quanto leva futura, torni all’ideologia che nel passato e oggi ha lottato e lotta per le esigenze degli indigenti, degli operai, per il rispetto dell’uomo, per abolire il dominio dell’uomo sull’uomo. Il comunismo è la dottrina e il movimento che mira al superamento delle iniquità, formulato per essere il programma di lotta politiche delle classi subalterne.
Socialismo: Dottrina associata sin dagli inizi alle istanze della classe operaia, il cui programma può essere riassunto nel seguente modo: abolire le classi, giungendo così ad una reale uguaglianza sociale; porre le risorse economiche sotto il controllo diretto delle classi lavoratrici; limitare il diritto di proprietà; incoraggiare una nuova morale basata sulla solidarietà e la cooperazione. Il termine entrò nell’uso tra gli anni venti e trenta del XIX secolo, con riferimento ai programmi cooperativi e comunitari dei cosiddetti socialisti utopisti (Robert Owen, Pierre-Joseph Proudhon, Charles Fourier), i quali criticavano il sistema capitalista da due punti di vista: innanzi tutto perché esso era profondamente ingiusto in quanto sfruttava e degradava i lavoratori, mentre arricchiva nel contempo le altre fasce della popolazione; inoltre perché era inefficiente, in quanto andava soggetto a crisi cicliche causate da sovrapproduzione o sottoconsumo, non garantiva il lavoro a tutti, permettendo che risorse umane fossero sprecate, e produceva beni di lusso invece che beni necessari. Con Marx ed Engels il socialismo acquistò una nuova dimensione teorica al cui centro veniva posta la concezione materialistica della storia. Essi consideravano il capitalismo il risultato di un processo storico caratterizzato da un’incessante lotta di classe (materialismo storico). Creando un’ampia classe di operai espropriati, il capitalismo creava le premesse del proprio superamento, cui avrebbe fatto seguito una società comunista. Marx criticò con asprezza i socialisti utopisti. L’adozione di un metodo scientifico nell’analisi delle leggi della storia e dell’economia avrebbe dimostrato che il socialismo, lungi dall’essere un ideale da proporre alla parte illuminata della società, era invece un risultato necessario della stessa evoluzione storica e che sarebbe stato in oltre imposto dallo stesso proletariato impegnato in un processi di autoemancipazione. Secondo Marx la sua teoria segnava quindi il passaggio del socialismo dal regno dell’utopia a quello della scienza. Nella seconda metà del XIX secolo la versione marxista del socialismo divenne l’ideologia dominante nei partiti operai europei. Nel XX secolo però, operando un’analisi generale, socialismo divenne sinonimo di socialdemocratico, gradualista, sulla scia degli insegnamenti di Bernestein e Kautsky, che professavano piena fiducia nel fatto che, secondo Marx, la società sarebbe “meccanicamente” passata al socialismo. In Italia, ad esempio, la situazione del secondo dopo guerra era esattamente questa. Il Partito Socialista Italiano si scisse, infatti, creando il Partito Comunista d’Italia, dalla sua ala fedele alle teorie marxiste-leniniste ritenute estremiste dal il partito socialista. Dagli anni 80 in poi il termine ha subito un abuso che lo ha svuotato interamente del suo significato, difatti oggi troviamo partiti socialisti nelle file della destra conservatrice liberale o anche partiti che si rifanno al fascismo che parlano di “socialismo nazionale”. Nella sfera di idee marxiste il socialismo, di norma, indica la fase antecedente al comunismo, in cui i mezzi di produzione verranno collettivizzati, la prima meta della rivoluzione.

Wing Chun Kuen ha detto...

Chissà chi diavolo sia sto frank nygard..?