sabato, maggio 06, 2006

C.S.O.A.....no S.P.A.!


Trovato un nuovo modo per truffare lo stato! Non parlo delle solite società aperte utilizzando dei prestanome o società con falsi in bilancio ecc.. parlo dei C.S.O.A. ( meglio conosciuti con il nome Centri Sociali Occupati Autogestiti), a Roma ne esistono quasi 30, tutti quanti aperti in nome della riappropriazione degli spazi urbani inutilizzati e con lo scopo di creare uno spazio alternativo all'interno del quartiere il quale sappia fornire vari servizi ai cittadini a prezzi popolari ( si va dalla classica birreria, fino ad arrivare a palestre popolari ed ostelli).

In questo post voglio soffermarmi su quest' ultimo aspetto, portando un esempio concreto.
Se un giorno decidessi di aprire una pizzeria avrei le seguenti spese:
- Acquisto o affitto del locale da adibire a pizzeria
- Acquisto dell'arredamento del locale e dei vari macchinari (impastatrice, forno ecc..)
- Spese di costituzione dell'attività ( ripartite fra tasse e notaio)
- Stipendi, contributi INPS e fondi INAIL da versare ai lavoratori
- Tasse varie (che incidono per circa il 40% sui guadagni!): IVA, IRPEF ( se ho costituito una società di persone) o IRPEG ( se o costituito una società di capitali) e IRAP.
- Compenso al commercialista ( a meno che non sia laureato in economia e commercio)
Insomma facendomi due calcoli, percepirei una percentuale intorno al 20-30% rispetto ai ricavi lordi ( Se in tutto ho ricavato in un mese 10000, fra tasse, affitto o mutuo, stipendi e spese precedenti, in tasca mi tornano al massimo 3000 euro).
E se invece decidessi di fare un centro sociale, al interno del quale aprire una pizzeria!?
- Il locale lo occupo, quindi non lo pago
- Qualche piccola spesa l'avrei per l'arredamento e per i macchinari, ma non spenderei troppo, (dato che siamo all'interno di uno spazio sociale e popolare nessuno si lamenterebbe se il tavolo fosse un pò usurato e se i mobili fossero mangiati dai tarli)
- La mia è un'attività non riconosciuta a livello fiscale e legale, quindi non ho spese per notai e commercialisti
- In conseguenza di ciò non pago alcuna tassa!
- Non ho spese per stipendi e contributi, dato che lavoratori non ne ho... mi faccio aiutare dai compagni a portare avanti la mia attività, magari li faccio mangiare gratuitamente ed a fine serata gli offro da bere e da fumare.
Insomma facendomi due calcoli, andrei a percepire una percentuale intorno all' 80-90 % rispetto ai ricavi lordi ( Se in tutto ho ricavato in un mese 10000, in tasca mi tornano circa 9000 euro, per lo Stato sarei considerato anche disoccupato, quindi avrei anche delle agevolazioni).

A vederla così sembra tutto molto bello, ma quali sono le conseguenze a livello sociale dell'apertura di un centro sociale? Innanzitutto a livello economico il denaro non circola, se non circola denaro non si produce ricchezza per la società e non si creano quindi le condizioni per la redistribuzione del reddito; inoltre evadendo il fisco non si riempiono le casse dello Stato, se non si riempiono le casse dello Stato non ci sono soldi per erogare pubblici servizi ( strade, trasporti, parcheggi ecc...); e per quanto riguarda i lavoratori? beh per quanto malpagati i lavoratori di una normale pizzeria hanno diritto alle ferie ed alle malattie retribuite, in caso di infortunio sul lavoro avranno un cospicuo risarcimento da parte dell'INAIL ed un giorno potranno contare su una pensione, tutti diritti negati ai "lavoratori" dei centri sociali.

Penso che tutto ciò basti per far comprendere quanto siano ridicoli i giovani dei Centri Sociali che urlano ad alta voce nelle piazze chiedendo più servizi e chiedendo più lavoro... la prima protesta dovrebbero farla all'interno del loro circolo, chiedendo più trasparenza, eguaglianza e democrazia...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post! è proprio tutto vero! ... i centri sociali sono l'espressione più malconcia del variopinto mondo no global...

Anonimo ha detto...

ma buttati da un ponte che fai un favore a tutti, prima però paga la tassa per il tuo smaltimento