sabato, novembre 12, 2005

Come salvare molte vite dalla Morte Cardiaca Improvvisa. A cura di "J" ascia


Ogni anno in Italia una persona su mille è colpita da un evento fatale definito Morte Cardiaca Improvvisa (quello che erroneamente viene chiamato infarto); quest’evento rappresenta la più alta causa di mortalità nel nostro paese (ben 57000 persone l’anno!) superando di gran lunga i tumori ed altre patologie croniche.
Cos’è di preciso la Morte Cardiaca Improvvisa (o arresto cardiaco)? Vediamo un paio di definizioni:
“Un decesso per cause naturali che si verifica entro breve tempo dalla comparsa dei sintomi, in un soggetto apparentemente sano o comunque il suo stato di malattia non faceva presagire un esito fatale così improvviso.”
Ed ancora:
"Morte naturale dovuta a cause cardiache, caratterizzate da perdita istantanea di conoscenza entro 1’ ora dall'insorgenza dei sintomi acuti. Una eventuale cardiopatia preesistente può o meno essere stata precedentemente diagnosticata, ma il momento ed il modo sono inaspettati".
A livello prettamente clinico può essere definita come la cessazione brusca ed improvvisa dell’attività cardiaca; il sangue non circola più nell’organismo ed i tessuti non ricevono più ossigeno, in pochi minuti si ha la distruzione delle cellule cerebrali con conseguente morte clinica. La percentuale dei sopravvissuti (fra cui c’è anche Umberto Bossi…) è veramente esigua, basti pensare che a Roma solo l’1% riesce a salvarsi.
Eppure l’ 85% di queste persone poteva (e potrà) salvarsi; esiste uno straordinario apparecchio chiamato defibrillatore che è in grado ripristinare la normale funzionalità cardiaca, quindi di “resuscitare” il paziente.
Quando può essere utilizzato il defibrillatore? Può essere utilizzato in tutte quelle condizioni definite aritmie maligne (fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare), che sono nell’85% dei casi responsabili della morte cardiaca improvvisa; il successo di tale pratica si scontra però con il fattore tempo: ogni minuto trascorso (in assenza di massaggio cardiaco, il quale in queste situazioni non è una manovra terapeutica, ma solo di mantenimento) la probabilità di riuscita della defibrilazione diminuisce del 10%, è quindi impensabile sperare di affidarsi al 118, dato che anche nel migliore dei casi l’ambulanza impiega almeno 5 minuti prima di arrivare.
Da chi può essere usato un defibrillatore? Esistono tre tipi di defibrillatore:
- AUTOMATICO: viene impiantato con un piccolo intervento nei soggetti a rischio.
- MANUALE: può essere utilizzato solo da operatori sanitari (per intenderci quello che si
vede su E.R.)
- SEMI-AUTOMATICO: può essere utilizzato da tutti! Infatti secondo la legge 3 aprile 2001 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2001:
“Art. 1: È consentito l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare…”
Questa formazione specifica di cui parla la Legge è attualmente affidata ad una società: l’ I.R.C., la quale effettua corsi della durata 5 ore che abilitano all’utilizzo di tale dispositivo.
Tenuto conto della semplicità d’uso del defibrillatore semi automatico e della sua relativa economicità (il prezzo si aggira intorno ai 1.500-2.500 euro) mi chiedo come mai le istituzioni non predispongano progetti concreti per la sua diffusione capillare. In America qualche stato l’ha già fatto, ad esempio a Seattle sono stati posti defibrillatori nei luoghi chiave della città (edicole, tabaccai, palestre), gran parte della popolazione è stata addestrata al suo utilizzo, i risultati non si sono fatti attendere, attualmente se si è colpiti da arresto cardiaco a Seattle la probabilità di sopravvivenza è del 30%.
Si sa, siamo in Italia…dagli Stati Uniti esportiamo solo ciò che c’è di negativo, nelle scuole si fanno migliaia di cose inutili e mai (almeno nella mia esperienza) una lezione dedicata al primo soccorso, si organizzano campagne di prevenzione (o per meglio dire di terrorismo) nei confronti di patologie irrilevanti, a Roma il comune ed i Municipi spendono milioni di euro per la notte bianca ed intanto la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco rimane sempre dell’1%....
“J” Ascia

1 commento:

Wing Chun Kuen ha detto...

Stupendo. E drammatico. Questa è una battaglia da portare avanti. Bravissimo Ascia il tuo post è bellissimo... anche se, come sai, sono un po' fifone e ho gia iniziato a sentirmi poco bene...
(!!!) ti ringrazio del contributo e con ciò invito chiunque voglia, a collaborare, a inviare il suo post.