Le radici del partito
All'inizio del periodo definito seconda repubblica, la Democrazia Cristiana (DC) si trova in grave crisi. Lo scandalo di tangentopoli l'ha travolta e la strategia per le elezioni che consegneranno il Paese alle nuove forze capeggiate da Silvio Berlusconi creano una profonda crisi nella "Balena Bianca".
La spaccatura è tra le correnti più conservatrici e quelle più progressiste. Mentre le seconde restano all'interno della DC che muterà nome chiamandosi Partito Popolare Italiano (PPI), le prime si staccano e si presenteranno alle elezioni politiche del 1994 nello schieramento del Polo delle Libertà col nome di CCD (Centro Cristiano Democratico), fondato da Pier Ferdinando Casini.
Dopo aver corso alle elezioni politiche del 1994 come alternativa ai due poli ed aver ottenuto solo l'11%, il PPI si spacca in due correnti. La corrente minoritaria facente capo all'allora segretario del partito, il professor Rocco Buttiglione, fonda il CDU (Cristiani Democratici Uniti) e, nel 1996, si unisce al Polo per le Libertà di Silvio Berlusconi, come il CCD. Il PPI deciderà invece di unirsi alla sinistra per fondare l'Ulivo.
Alle elezioni politiche del 2001, il CCD e il CDU partecipano entrambi nell'ambito della coalizione della Casa delle Libertà e alla Camera, nella quota proporzionale, presentano liste comuni (dette anche del Biancofiore), avviando il processo di unificazione che si realizzerà l'anno successivo.
Alle stesse elezioni politiche, partecipa anche il movimento di Democrazia Europea, sostenuto da Sergio D'Antoni e dall'illustre contributo di Giulio Andreotti, esponente storico della DC. Democrazia Europea si presenta al di fuori dei due poli, ma nel 2002 collaborerà con CCD e CDU nella costituzione dell'UDC, aderendo alla coalizione di centrodestra.
La nascita: 6 dicembre 2002
All'atto della sua costituzione, l'UDC elegge Marco Follini come suo segretario, mentre Buttiglione ne è presidente. Il partito è parte integrante della coalizione di centrodestra che governa il Paese (vedi Governo Berlusconi II): Pier Ferdinando Casini è presidente della Camera dei deputati, Buttiglione ministro per le Politiche comunitarie e Carlo Giovanardi ministro per i Rapporti col Parlamento.
Nel 2004, D'Antoni decide di abbandonare l'UDC e la CdL per aderire al progetto politico di Uniti nell'Ulivo e schierandosi con la Margherita, che lo candiderà alle elezioni suppletive della Camera nel collegio di Ischia. D'Antoni ritiene "fallito" il progetto politico della CdL e "inefficace" l'azione di governo per il Mezzogiorno. La base e i parlamentari di Democrazia Europea, tuttavia, decideranno di rimanere per la maggior parte all'interno dell'UDC.
Elezioni europee 2004: debutto elettorale dell'UDC
Le elezioni europee del 12 e 13 giugno 2004 sono un appuntamento molto atteso dai centristi dell'UDC, che devono dimostrare la consistenza elettorale del soggetto politico: l'UDC raccoglie più consensi rispetto alle sommatorie del passato e supera la Lega Nord, diventando il terzo partito della coalizione alle spalle di Forza Italia e An: con 2 milioni di voti, raccoglie il 6%.
Follini vicepresidente del Consiglio
Nel seguito della legislatura, lo stesso Follini entrerà nella squadra di governo come vicepresidente del Consiglio per dare maggiore visibilità all'UDC e con l'intento di "raddrizzare" le politiche del governo, a suo avviso troppo condizionate dalla Lega. Follini, tuttavia, rimane in carica soltanto per pochi mesi: dal 2 dicembre 2004 fino al 15 aprile 2005, gli ultimi 134 giorni (dei 1422) del secondo governo Berlusconi.
Contemporaneamente alla nomina di Follini a vicepresidente, cresce la presenza dell'UDC nell'ambito della squadra di governo: Mario Baccini viene nominato ministro della Funzione pubblica.
Le elezioni regionali e la crisi di governo
Alle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005, l'UDC conferma la sua forza ma la sconfitta della coalizione di centrodestra è palese: l'Unione si aggiudica 12 regioni su 14, e così scoppia la crisi di governo.
A porre i primi problemi è proprio l'UDC che, dopo un paio di settimane, chiede un rinnovamento dell'azione di governo ed annuncia il ritiro dei suoi ministri dall'esecutivo. Poco dopo anche AN farà la stessa cosa. Berlusconi è costretto a dimettersi e a costituire un nuovo governo (il Governo Berlusconi III), che ritrova l'unità della coalizione ed avvia una serie di politiche per il Mezzogiorno.
Follini non accetta più l'incarico di vicepresidente, preferendo dedicarsi alla guida del partito. Buttiglione viene promosso a ministro "col portafoglio", acquisendo la delega ai Beni Culturali; Giovanardi e Baccini restano al loro posto.
L'UDC, anima critica della coalizione
A luglio si svolge il congresso nazionale: il momento più atteso è la relazione del segretario nazionale Follini che si contraddistingue come anima critica della CdL, evidenziando i traguardi ma anche le inadempienze della coalizione di governo. Sulla stessa lunghezza d'onda Casini, che sostiene Follini e apprezza la sua azione a capo dell'UDC.
In questa fase, l'UDC è tra i sostenitori della formazione di un nuovo partito unitario dei moderati, già proposto da Berlusconi per aggregare tutte le forze moderate del centrodestra, progetto al quale guardano con favore anche Forza Italia e An. Il partito chiede un ritorno al sistema elettorale proporzionale, che la CdL - contando sulla sua maggioranza parlamentare - riesce a concretizzare nel mese di ottobre 2005, ma ciò costa le dimissioni del segretario Follini.
Questo post è il frutto di un progetto di generica esposizone dei partiti delle politiche del 2006 esposto in
http://gemsmiderland.blogspot.com/2006/03/guida-ai-partiti-delle-politiche-2006.html