martedì, aprile 04, 2006

Comunisti Italiani


Il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) è un partito politico fondato l'11ottobre 1998, in seguito a una divisione interna a Rifondazione Comunista, da parte di quei parlamentari che intendevano confermare l'appoggio al Governo Prodi dissociandosi dalla linea del segretario Fausto Bertinotti che aveva deciso di votare la sfiducia all'esecutivo di centrosinistra.
Attualmente, il Partito dei Comunisti Italiani fa parte della coalizione del centrosinistra italiano, denominata L'Unione. Il segretario nazionale è Oliviero Diliberto; il presidente è Armando Cossutta.
Il Partito dei Comunisti Italiani fa richiamo esplicitamente al marxismo e agli sviluppi della sua cultura, soprattutto nella sua declinazione italiana (Gramsci, Togliatti, Berlinguer). Ha come obiettivo storico il superamento del capitalismo e la trasformazione socialista della società, intesa come la nazionalizzazione dei settori chiave dell'economia con il fine di creare una economia di Stato con produzione e distribuzione pianificate dal governo.
Il suo settimanale politico è la Rinascita della Sinistra (che già nel logo richiama a La Rinascita fondata da Togliatti).
Sua organizzazione giovanile è la Federazione Giovanile Comunisti Italiani (FGCI).
In occasione delle elezioni politiche del 1996, Rifondazione stipula con la coalizione di centrosinistra (l'Ulivo) guidata da Romano Prodi un "patto di desistenza", in base al quale nei collegi dove si presentava l'Ulivo, Rifondazione non candidava nessuno e viceversa.
Quelle consultazioni si risolsero in un successo tanto per l'Ulivo, quanto per il PRC che così toccava il suo massimo storico, e sancivano l'impossibilità di una maggioranza alla camera dei Deputati senza un accordo fra le due forze. Il Prc non entra nel Governo Prodi, ma ne appoggia la formazione in nome dell'"autonomia dei comunisti e l’unità con le forze della sinistra", come sancirà il III Congresso del PRC (dicembre 1996).
Tuttavia, nell'autunno 1997, il PRC mette in discussione la fiducia al governo, alla luce di un irrigidirsi dei rapporti tra Ulivo e PRC. Un buon pezzo di Rifondazione spinge per la ricomposizione e si giunge a un nuovo accordo fra comunisti e centrosinistra. Ma l'autunno '97 mette in luce come sia difficile la convivenza tra la fazione vicina al segretario Fausto Bertinotti e quella vicina al presidente Armando Cossutta. A 7 anni dalla nascita del PRC, inizia a farsi rovente la convivenza, tra molti dei quali venivano dal vecchio PCI di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, e chi veniva dalla cosiddetta "nuova sinistra" e dal socialismo radicale (DP, PSIUP, ecc...), più favorevoli a svolte movimentiste e di autonomia radicale da tutte le altre forze politiche.
Proprio quando inizia la discussione sulla legge finanziaria 1999, è evidente la rottura fra "cossuttiani" e "bertinottiani".
I provvedimenti richiesti non trovano posto nella finanziaria '99 e nella riunione del Comitato Politico Nazionale del 2-4 ottobre 1998, il grosso di Rifondazione decide di ritirare la fiducia al Governo Prodi e di passare all'opposizione. Il 5 ottobre Armando Cossutta si dimette da presidente del partito che pure aveva voluto e fondato, mentre i parlamentari comunisti respinsero a larga maggioranza la linea di rottura con le altre forze democratiche ma affermarono che si sarebbero adeguati alle decisioni del partito. Tuttavia molti iscritti al partito, riconoscendosi nella decisione del CPN, si autoconvocarono presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma per il 7 ottobre appellandosi perché non si arrivasse alla rottura con Prodi per impedire il ritorno delle destre al potere.
Così il 9 ottobre, il capogruppo comunista alla Camera, Oliviero Diliberto, annunciò durante il dibattito sulla mozione di fiducia al governo, che la maggioranza assoluta del Gruppo parlamentare avrebbe votato a favore del Governo Prodi. Bertinotti si dichiarò invece per la sfiducia. Pochi minuti dopo, il governo cadeva per un voto.
L'11 ottobre viene convocata al Cinema Metropolitan di Roma la prima manifestazione di tutti coloro che volevano dar vita alla costituente per un nuovo soggetto politico comunista e viene presentato ufficialmente il Partito dei Comunisti Italiani, che aderisce da subito all'Ulivo.
Con la nascita del PdCI, vengono ripristinati nomi e simboli del disciolto Pci, in evidente continuità con quella storia. Ciò è reso possibile perché i neonati Democratici di Sinistra non garantiscono nessun atto legale contro il partito di Cossutta. Diversamente, il PRC si oppone a un altro simbolo con falce e martello e il tribunale delibererà che il simbolo del PdCI muti il fondo bianco con un azzurro.

Questo post è il frutto di un progetto di generica esposizone dei partiti delle politiche del 2006 esposto in http://gemsmiderland.blogspot.com/2006/03/guida-ai-partiti-delle-politiche-2006.htm

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