martedì, aprile 25, 2006

La vicenda di Gino Girolimoni




La storia di Gino Girolimoni è un caso particolare di cronaca romana, infatti è forse la prima volta in cui il nome di una persona fisica entra a far parte della lingua parlata assumendo un significato proprio.
Nonostante la storia risalga alla seconda metà degli anni ’20, sentiamo ancora parlare di qualcuno a cui piace “intrattenersi” con persone molto più giovani di età come un “girolimoni”.
Negli anni dal 1924 al 1928 a Roma si susseguirono una serie di stupri e di uccisioni ai danni di bambine che gettò nel terrore la popolazione.
L’immagine che il Regime voleva dare di un’Italia sicura e controllata stava vacillando, quindi partì la ricerca di un colpevole…ma tutto quello che si riuscì a trovare furono capri espiatori.
Due persone, tra cui un sacerdote, vennero accusate ed arrestate sulla base di descrizioni sommarie e prove non proprio schiaccianti. Tutte e due si tolsero la vita non riuscendo a sopportare l’infamia gettatagli addosso da stampa e polizia.
Ma il colpo di genio fu l’arresto di Gino Girolimoni.
Quest’uomo era il classico personaggio che si è fatto da solo. Figlio di un padre che non lo riconosce, Girolimoni si fa strada nel lavoro grazie ad uno spiccato spirito di iniziativa e a molta buona volontà, diventando uno scapolo d’oro che girava con una Peugeot verde e faceva gola alla maggior parte delle signore del borgo.
Insomma, era l’ideale per il Regime che aveva interessi nel demonizzare una figura del genere a vantaggio dei padri di famiglia.
Il padrone di una locanda aveva giurato di aver servito da bere a Girolimoni, che teneva per mano una bambina che rispondeva perfettamente alla descrizione di una bimba rapita la sera stessa.
Così diventò il mostro di Roma.
A nulla servì la testimonianza di un uomo, fisicamente somigliante al “sor Gino”, che dichiarava che era lui l’uomo che era entrato in quella locanda con sua figlia, peraltro in ottima salute.
Il caso di Girolimoni venne preso a cuore da un commissario, Giuseppe Dosi, che non era persuaso della sua colpevolezza. Indagò a fondo, raccolse prove e testimonianze, ed arrivò alla conclusione che il mostro dovesse essere una persona probabilmente straniera e più vecchia di molti anni.
Ma il Regime non stava a guardare, e Mussolini, a cui faceva comodo mettere il suo “colpevole” alla forca, fece internare Dosi in un manicomio.
Quando le prove sull’estraneità ai fatti di Girolimoni divennero schiaccianti, la polizia fu costretta a liberarlo. I giornali che avevano dedicato aperture a nove colonne sulla cattura del mostro, ora dedicavano un trafiletto in quarta pagina al suo rilascio.
Girolimoni non si toglierà più di dosso quell’etichetta. Per tutti il mostro era lui, così gli affari andarono sempre peggio e perse il lavoro.
Tentò anche di cambiare nome ma, non si capisce perché, la sua richiesta venne respinta…
Girolimoni morirà nel 1961, ed al suo funerale non c’era praticamente nessuno, a parte il commissario Dosi, che dopo la caduta del fascismo venne reintegrato nella polizia, promosso di grado e che continuò a portare a compimento brillanti operazioni per tutta la sua carriera.
Il mostro di Roma non venne mai catturato, ma pare proprio che fosse un sacerdote anglicano, un certo Ralph Lyonel Brydges, che era inglese, rispondeva a tutte le descrizioni, e che era stato accusato in altri stati di pedofilia…ma non si poteva macchiare l’onore della chiesa o mettersi in condizioni imbarazzanti con l’Inghilterra, quindi la croce è stata buttata addosso ad un uomo che, pur non avendo fatto nulla di male, non avrà mai pace, visto che ancora oggi il suo nome è sinonimo di orrore.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Su questo argomento consiglio per tutti la visione del film " Girolimoni, Il Mostro Di Roma" di Damiano Damiani con uno strepitoso e commovente Nino Manfredi, Saluti.gianluca

Anonimo ha detto...

una vicenda molto triste, con inquietanti analogie allo scenario di oggi...

Anonimo ha detto...

Come al solito,i giornali e le tv ci mettono nella testa la loro verita,cosa e come pensare e cosa pensare..questi sono i casi che ci devono far riflettere...

Anonimo ha detto...

Vicenda molto triste e fino ad oggi non la conoscevo bene. finche' non l'ho letta sul messaggero.