venerdì, aprile 28, 2006

La banda della Magliana


Banda della magliana è il nome attribuito dal giornalismo italiano a quella che è considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma. Il nome deriva da quello del quartiere della Magliana, in cui vivevano molti dei suoi componenti.
La nascita della banda risale al 1976, quando Franco Giuseppucci, piccolo criminale del quartiere di Trastevere e futuro componente della banda, nasconde e trasporta armi per conto di altri criminali. Un giorno si ferma con un'auto carica di armi davanti ad un bar per prendere un caffè; fatalità vuole che quell'auto gli venga casualmente rubata. Le armi contenute nel bagagliaio della Volkswagen sono di un suo amico, Enrico De Pedis alias Renatino, un rapinatore che gode di buon rispetto all'interno della malavita romana.
Giuseppucci trova il ladro che gli ha sottratto l'auto, ma le armi sono state vendute ad un gruppo di rapinatori appena formatosi nel nuovo quartiere romano della Magliana.Giuseppucci decide quindi di andare a parlare con "quelli di via della Magliana", in particolare cerca e trova Maurizio Abbatino detto Crispino, un giovane rapinatore dal sangue freddo che aveva acquistato le armi. I due, stranamente, si accordano per compiere alcuni colpi; nel gruppo rientrano anche De Pedis e gli altri della Magliana.
Da semplice associazione di rapinatori, il patto prende forma di una potenziale organizzazione per il controllo della criminalità romana, dove iniziano a lavorare anche altri criminali di altre zone: Marcello Colafigli, Edoardo Toscano detto L'operaietto e Claudio Sicilia detto er vesuviano per le sue origini.
Il loro primo lavoro il 7 novembre 1977 sarà un sequestro, quello del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, che però finirà male. Data l'inesperienza nel campo, Giuseppucci e gli altri non riescono a gestire la situazione e devono chiedere aiuto ad un altro gruppo criminale, un componente del quale, per distrazione, si fa vedere in faccia dal duca, che sarà dunque ucciso.
Riescono a ricevere comunque il riscatto, lo dividono con l'altro gruppo e invece di risuddividersi la loro metà, decidono di reinvestirla in attività criminali.
Da qui, l'unione con altri gruppi romani: uno del quartiere Tufello con a capo Gianfranco Urbani (Er pantera), uno di Ostia con a capo Nicolino Selis che ha forti legami con la Camorra e I Testaccini, un violento gruppo di Testaccio comandato da Danilo Abbruciati, Er Camaleonte.
Nasce così la Banda della Magliana.
Il motivo per cui un gruppo riesce a raggiungere per la prima volta il controllo di una metropoli come Roma è da cercarsi nei metodi che la Banda della Magliana introdusse nel panorama capitolino.Primo fra tutti, gli omicidi.
Dalla fine della seconda guerra mondiale agli anni settanta la criminalità romana era divisa in quartieri: ognuno controllava la propria zona dove mantenere il potere era semplice. Non che non si commettessero omicidi, ma le pistole si usavano molto raramente e nessuno di essi veniva premeditato per il mantenimento o la conquista del potere. Quelli della Magliana, invece, vollero allargare il controllo a tutta la città e per farlo usarono sistematicamente le pistole, eliminando gli oppositori alla loro espansione e contemporaneamente incutendo timore a chi solo avrebbe voluto mettersi in mezzo alla crescita della banda.
"Eravamo i più potenti, perché eravamo gli unici che sparavano", avrebbe detto anni dopo in un'aula di tribunale uno di loro.La prima e la più celebre delle cancellazioni ad opera del gruppo, fu quella di Franco Nicolini detto Er criminale che controllava il mondo orbitante attorno le scommesse ippiche.Gli affari della Banda della Magliana, dalle semplici rapine, passarono in poco tempo ai sequestri, scommesse ippiche appunto, colpi ai caveau e soprattutto traffico di droga, affare per cui era necessario questo controllo capillare del territorio.
A questo gruppo criminale vennero attribuiti legami con diversi tipi di organizzazioni quali Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica come Licio Gelli e Loggia P2, nonché estrema destra eversiva e servizi segreti.
Come succede a molti gruppi criminali, la banda finì male, infatti molti componenti finirono uccisi, alcuni anche per mano della banda stessa, altri finirono in carcere, ma nonostante tutto resta la più potente organizzazione criminale che Roma possa ricordare.
Tratto da “Wikipedia”
Sul tema ci sono vari libri sui quali approfondire quella che è una storia veramente interessante e ben più articolata, e molto bello è anche il film “Romanzo Criminale” di Michele Placido.

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